Suggerimenti per l’installazione ed implementazione di Egroupware: Non siete soli ed è tutto GRATIS !
Ebbene si, la notizia più interessante è che Egroupware deriva ed è il proseguo di un progetto Open Source. Cosa vuol dire in parole semplicissime: qualcuno per orgoglio, per fama, per esercizio o per hobby ha iniziato il progetto e sta tutt’ora proseguendo per migliorarlo.
Al momento in cui scrivo la versione è la 16. Io ho iniziato ad utilizzarlo credo alla versione 1.4 ma è detto che la progressione delle versioni sia stata lineare. La storia la lascio a chi desideroso di conoscere di più vuol passare qualche momento su Google, Interessante è che il progetto ad oggi esiste e viene continuamente aggiornato.
A partire da un certo momento Egroupware è stato preso in considerazione da Service Providers che oltre a curarne l’assistenza forniscono tutti gli strumenti per partire a “tempo zero”.
Per scelta personale e per mettere a prova ed in allenamento le mie competenze, ho preferito la formula Open Source su server locale. Avevo anche una discreta base dati da preservare che avevo creato quando ancora il progetto era esclusivamente Open Source.
Una delle più interessanti innovazione ha riguardato l’interfaccia e una miglior integrazione ed omogeneità tra le varie applicazioni componenti il sistema.
Per iniziare suggerirei di provare Egroupware online (come proposto dal sito: Prova Gratis). I più intraprendenti e con qualche solida base informatica possono cimentarsi partendo da qui: (Installazione Linux)
Oltre alla gratuità di Egroupware, e come vedremo di quasi tutto il necessario per farlo funzionare, la caratteristica che ha colpito ed alimentato il mio interesse per Egroupware è l’impiego attraverso un qualsiasi browser web quindi non necessita di alcuna installazione ne aggiornamenti da farsi per ogni client. Si apre semplicemente il browser di proprio gradimento, su qualsiasi device e si va all’indirizzo del server dove risiede il programma. Credo sia inutile elencarne i vantaggi.
Esistono però 3 aspetti negativi:
- La necessità di disporre di un server web su una macchina “preferibilmente” con sistema operativo Linux. Per molti potrà sembrare un limite ma vi assicuro che mi sono dovuto ricredere.
Io lo sto utilizzando da almeno 4 anni su un server creato su una macchina virtuale a sua volta creata con strumenti open source (= gratis) su un server del 2011 e gestisco senza alcun problema almeno una decina di accessi contemporanei. - La necessità di disporre di un server database che può tranquillamente girare sulla stessa macchina (anche virtuale) oppure su una macchina già in rete. Il server può essere benissimo il noto (e gratuito) MySQL Server che tra l’altro viene installato automaticamente durante l’installazione di una qualsiasi distribuzione Linux Server (anche queste gratuite. Io uso da anni Ubuntu)
- La necessità di disporre di un server email con possibilità di connessione IMAP. Avendo per scelta deciso di tenere in azienda anche il server email, questo per me è stato l’ostacolo maggiore: ad oggi non sono stato in grado di trovare una soluzione per Linux (per quanto ne esistano diverse) facile quanto hMailServer (hMailServer) che però gira su sistema operativo WIndows (gratis anche questo). Chi per le email si appoggia ad un provider esterno non deve far altro che assicurarsi di avere un accesso IMAP (Google lo da gratis per le loro caselle email) o al limite acquistarlo. Mail esterno piuttosto che interno all’azienda sono scelte che si possono derivare da una serie di considerazioni e dal contesto il cui chiarimento, per via della complessità, esula da questo articolo.
La soluzione interna “virtualizzata” o parzialmente virtualizzata di cui sopra potrebbe avere come limitazione il numero di clients connessi contemporaneamente che aumentando di numero ne comprometterà le prestazioni.
Raggiunto il limite NON occorreranno grossi investimenti: un buon PC dove installare il tutto con in più il vantaggio che la migrazione dei dati è una cosa estremamente semplice e per chi ha un minimo di competenza molto intuitiva.
La soluzione esterna ha da parte sua l’estrema praticità, la richiesta di competenze quasi nulla ma la necessità di disporre di una buona connessione dati.
Credo sia anche facilmente percorribile la soluzione “full virtualizzata” ovvero potrebbero esistere in rete “macchine virtuali” già configurate e gratuite per funzionare con configurazione quasi zero sulle più diffuse piattaforme di virtualizzazione. Suggerirei di utilizzare Google o qualsiasi altro motore di ricerca per farsi un’idea.
Per ambienti di piccole medie dimensioni, diciamo entro la cinquantina di clients, mi sentirei di suggerire la soluzione interna. Se non si dispone di una figura ITC interna o di un collaboratore appassionato, richiedere un supporto interno per l’implementazione del sistema e per la periodica manutenzione, sicuramente non comporta grosse spese o quantomeno il rapporto costi/benefici rimane molto alto. Ricordiamo sempre che il sistema è trasportabilissimo quindi crescendo la struttura si può facilmente migrare su hardware più performante.